Pittura

Quale arte per Daniela Grifoni ?

L’informale nelle sue declinazioni , caratterizza il Novecento introducendo  una nuova visione dell’arte: le forme non sono più limitate dalla natura ma rimanendo pur sempre delle forme , nascono ora solo nella immaginazione dell’artista , apportando nuova linfa alla creatività per cui si genereranno nuove tendenze che finiranno per sconfinare dalle categorie tradizionali di pittura e scultura : l’informale diventerà quindi linfa vitale dell’arte contemporanea nelle sue molteplici declinazioni.

Si afferma il valore della gestualità dell’artista, che si concentra nel liberare le proprie energie interiori             e quindi per noi, fruitori dell’opera d’arte, si traduce in un nuovo interesse più che per l’opera finita, per il tempo in cui si svolge la sua creazione, il suo “farsi”.

Tutto  questo  in  linea con la nuova  filosofia dell’esistenzialismo  francese e del pragmatismo americano.

Vedere Daniela Grifoni all’opera quando ” lavora” la materia pittorica con tecnica sicura, mai ripetitiva. ci comunica la passione del “fare” che ci cattura e ci affascina.

Si ha la sensazione di energie che dall’intimo fluiscono libere come la materia pittorica a volte densa e corposa , a volte luminosa e fluida, energie che si traducono in segni capaci di emozionarci.

É pape della nostra cultura occidentale da Platone in poi , l’antica dicotomia  tra materia e forma, tra un magma informe che si traduce in organismi superiori.

Una polarità vissuta da Michelangelo fino a Rodin e alla scultura moderna, sentita ora anche nella pittura in cui i valori espressi vi derivano dai materiali utilizzati

Più la forma perde valore , più ne va acquistando la materia, che diviene strumento di esplorazione di tutte le possibilità espressive e le possibilità di divenire oggetto d’arte.

É una ricerca per un’arte senza alcun rapporto con la realtà esteriore, libera da ogni condizionamento di esperienza visiva; che caratterizzerà l’astrattismo la cui etimologia dal latino “abtrahere” indica dunque un trarre, un estrapolare di forme dalla riconoscibile immagine del reale.

Per la prima Volta dopo millenni l’uomo necessita di tornare ad un’arte non rappresentativa e con significati nuovi rispetto a quella del passato che in antichissime civiltà aveva avuto solamente funzione decorativa e rituale.

L’occhio dell’uomo é rivolto a se stesso, più che al mondo esteriore per cui l’opera d’arte non è più il tramite, ma lo specchio dell’interiorità dell’artista.

Anche la parola vive questo processo di liberazione , non viene più considerata strumento di descrizione della realtà, viene distolta dal tradizionale compito di comunicazione di contenuti preesistenti, per amplificare il suo potere evocativo e spessore irrazionale , come nella pittura si assiste a una destrutturazione dello spazio                     di rappresentazione.

Le opere di Daniela Grifoni riflettono tutto questo, sono entità dinamiche in continua evoluzione, In una esplorazione verso nuovi equilibri o tensioni….e comunque   frutto di una libera costruzione , non imitano nulla, semplicemente esistono e ce lo comunicano con una forza particolare!

Tanti, diversi atteggiamenti nell’arte contemporanea  mettono in discussione la validità di ogni definizione univoca e l’applicabilità del termine stesso informale, di per sé piuttosto riduttivo, come ogni etichetta del resto in cui spesso si vogliono confinare gli artisti , per cui l’arte di Daniela Grifoni ci piace pensarla parte di questo grande movimento culturale dalle molte facce e dalle rilevanti conseguenze per i successivi sviluppi delle teorie e pratiche dell’arte.

Dott.ssa Serena Baccaglini

ART OF PUBLIC

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